sabato 19 marzo 2016

Un altro Mr Darcy improponibile: Pride and Prejudice and Zombies


Solo Jane Austen poteva riuscire nell'impresa di riportarmi al blog.
Lo tratto male, ogni volta giuro che mi ci dedicherò di più e va sempre a finire che lo abbandono per mesi. Blog, perdonami, ti tradisco con altri, ma lo sai che avrai sempre un posto speciale nel mio cuore Quore.

Ancora mi ricordo il putiferio che si scatenò sul gruppo Austeniano in quel di Anobii (non voglio quantificare gli anni, ma ero ggiovane e Anobii era ancora florido, prima di diventare praticamente inutile ed essere superato da altri) quando uscì il libro di Pride and Prejudice and Zombies.
Astuti mezzucci per vendere più copie sfruttando il sacro nome di zia Jane. Troppo difficile inventare nuove storie, utilizziamo le vecchie! 

Nonostante tutto, il mio spirito masochista alla notizia di un film non ha nemmeno preso in considerazione l'idea di snobbarlo, ancor più dopo aver conosciuto il cast.
La si prende sempre come una buona occasione per valutare gli attori e capire se starebbero bene o meno in una trasposizione serie di Orgoglio e Pregiudizio. Come si sarà già capito dal tenore di altri post, ho questa mania di fare i miei casting personalissimi, perché io da grande spero sempre di diventare la nuova Nina Gold.

Ma passiamo al film.
La prima parte si supera senza troppi problemi, si inizia anche a pensare che tutto sommato gli zombie sono stati inseriti bene nella storia.
Poi la trama procede e quel tuo spirito da fondamentalista austeniana, che fino a quel momento avevi cercato di reprimere, scalpita, vuole prepotentemente uscire fuori e inveire pesantemente contro lo schermo. 
Mettiamola così, tutto sommato il film non fa proprio schifo, sono riusciti a non trasformarlo in una trashata epocale (come invece mi aspettavo). Si mantiene per lo più sulla sufficienza, risultando a tratti anche dignitoso.
Ma il mondo ne poteva fare a meno. 

IL CAST 

Passiamo alle cose importanti, ché della storia frega poco.
Lo avevo pensato sin da quando l'hanno annunciata, ma qui potremmo aver sprecato una potenziale Elizabeth Bennet (come era successo per Lost in Austen e Gemma Arteton).
Lily James è molto adatta al ruolo, ha l'età giusta e la bravura dalla sua. Sono una delle poche a pensarlo, ma a me piace come attrice, la trovo sempre molto calata nella parte, dall'antipatica Cinderella all'antipatica contessina Rostova, alla gioisa Rose di Downton Abbey.
Devo dire che i capelli scuri le donano molto, avrebbero potuto fare questa scelta anche in Guerra e Pace, rispettando la descrizione del libro.
Le sorelle Bennett sono tutte assolutamente dimenticabili, senza infamia e senza lode.

                                      
Guardatelo, guardatelo bene, perché avete davanti il più insulso, inadatto, indecente Mr Darcy mai scelto fino ad ora.
Ma che voce ha Sam Riley? Era raffreddato per tutta la durata delle riprese?
Voglio dimenticarmi il prima possibile di lui. Come affossare un film che già non brilla. 

Ci sono altri attori che salvo.
Charles Dance come Mr Bennett ha, purtroppo, un ruolo molto risicato, ma si riesce comunque ad intravedere lo spirito austeniano del padre di Lizzie.
Matt Smith è una delle pochissime note positive. Il suo Mr Collins è viscido quanto basta nonché cretino a sufficienza. Però, in questo caso, la sua adorazione per Lady Catherine de Bourgh è totalmente giustificata, chi non cadrebbe ai piedi di Lena Headey?
Piccolo momento lacrimuccia quando ripete "Come along" che detto da lui può essere solo un "Come along, POND!".
Per quanto bislacco, Pride and Prejudice and Zombies è comunque un film migliore rispetto al Pride and Prejudice del 2005.

Adesso ritorniamo nei ranghi e ricordiamoci come si interpreta Darcy






giovedì 10 settembre 2015

Pensieri seriali #SummerEdition

Non è stata solo un'estate di sangue, morti ammazzati, botte, morti ammazzati malissimo, squartamenti e dolore. No, non è stata solo un'estate di Sons of Anarchy.

Da vera alternativa quale sono ho scelto un criterio innovativo nell'indicare le serie che hanno popolato la mia estate: la data di messa in onda.


Nella mia classifica delle migliori serie del 2014 Halt and catch fire si era guadagnato un meritato terzo posto. L'attesa per la seconda stagione era alta e ho pregato in tutte le lingue che non mandassero tutto a ramengo.
Non lo hanno fatto.
Nonostante un inizio poco accattivante e con qualche difetto, nel giro di poche puntate sono stati in grado di risollevarsi e di ritornare in carreggiata, alla grande. Il risultato è che continua ad essere una delle mie serie preferite, grazie anche a due personaggi che mi piacciono tanto, interpretati da Scoot McNairy e Kerry Bishé (e lei si meriterebbe anche qualche riconoscimento in più). Oltre che avere una delle opening che mi intrippano di più.
Adesso bisogna solo incrociare le dita e sperare nel rinnovo (maledetti americani che non lo guardano). 

Voto: 8,5


Se non avete visto UnReal chiudete tutto ed andate a procurarvelo, adesso!
Dopo alcune settimane di martellamento insistente da parte di amica, ho ceduto ed ho iniziato UnReal, complice anche il fatto di dover necessariamente staccare qualche giorno dalla quinta stagione di Sons of Anarchy che mi stava portando all'autodistruzione. 
Che Unreal sia una serie trasharola è palese, d'altronde l'oggetto è incontrastabilmente trash (reality del tipo The Bachelor). Ma si è rivelata una serie capace di far riflettere e di inquietare, con la descrizione dei beceri meccanismi da reality dove il più pulito c'ha la rogna.
Shiri Appleby è BRAVISSIMA. BRAVISSIMA.
Se avete voglia di staccare il cervello e di vedere qualcosa di più leggero (ma non troppo) senza però mai scadere nel nonsense e nell'insulso, UnReal fa al caso vostro.
DISCLAIMER: Il prodotto potrebbe provocare seria dipendenza, utilizzare con cautela. 

Voto: 7,5 


Questa sì, è la serie trash dell'estate, quella che continui a guardare nonostante gli attori cani, la trama che fa acqua da tutte le parti, soluzioni assurde e probabilità di rinnovo vicine allo zero. 
Ma l'ho vista tutta e se la cancellano sono pronta a richiedere un risarcimento per aver perso 13 ore della mia vita.
La storia non è male, aveva del potenziale ed alcune puntate mettono anche la giusta dose di hype. Il grande punto a favore è la presenza dei bambini, alcuni creepy come non mai, che superano di gran lunga in bravura tutto il parco attori adulti.
Posso dire con sicurezza che dovessi trovarmi di fronte bambine come Harper e Minx, cambierei strada terrorizzata. 
A dei bambini bravissimi corrispondono dei genitori cani e fondamentalmente cretini. Barry Sloane si merita il premio come attore più cane, a tratti (molti) imbarazzante. Milo Ventimiglia ha un ruolo limitato e tutto sommato porta a casa il risultato, anche se decisamente discreto. Lily Rabe in alcune puntate ha insediato Sloane per il premio. 
Minx la ritroverete anche nel nuovo film di Muccino. 

Voto: 5+ 


Parto subito col dire che non ho visto l'originale svedese, il mio giudizio è influenzato dalla mancanza di una pietra di paragone importante. 
Humans mi è piaciuto tanto per l'argomento trattato, la delicatezza nel raccontarlo, Gemma Chan splendida nell'interpretare un Synth senza emozioni. Le sue sono le parti più belle di tutta la serie, almeno a pari merito con la straziante storia di William Hurt e del suo synth tutto difettoso. 
Da quanto leggo è una copia carbone dell'originale svedese, ma me la sento di consigliare questa versione, ben realizzata ed in grado di commuovere. 

Voto: 7,5


Come si dice in questi casi? La migliore serie che non state guardando.
Arrivata alla terza stagione Rectify continua sulla sua luminosa strada. Un prodotto ottimo, capace di emozionare ad ogni singola puntata attraverso tutti i personaggi, anche Tawnie sì.
Ne sono completamente innamorata e le puntate finali mi sono piaciute talmente tanto che, crepi l'avarizia, il mio voto è 10.


La nuova comedy FX di cui non si sa ancora nulla sul rinnovo.
Johnny Rock, cantante di una rock band mai decollata, cerca ancora disperatamente di diventare famoso. Quando scopre, dopo 20 anni, di avere una figlia ricca, brava e gnocca, che cerca il supporto del padre e della sua vecchia band, pensa di aver finalmente svoltato.
Qualche risata la strappa, intrattiene senza troppi problemi ma nel finale perde tanto non capendo nemmeno dove voglia andare a parare.
Poteva essere molto di più, si è rivelato un prodotto perdibile. 

Voto: 6,5 


Partiamo dalle basi: per vedere Wet Hot American Summer First day of camp è propedeutico Wet hot american summer - il film. 
Considero una genialata l'aver richiamato l'intero cast del film per interpretare sempre dei 16enni, Per alcuni il passare del tempo è stato impietoso, altri sono rimasti tali e quali (vedi Paul Rudd ed Elizabeth Banks). 
L'altra genialata è stato inserire nel cast Jon Hamm, che nel ruolo dell'eccentrico ci calza sempre a pennello. 
Il problema è la comicità demenziale, il suo marchio di fabbrica, che non sono riuscita a digerire.
Tutto troppo sopra le righe, tutto troppo nonsense, tutto troppo cretino.

Voto: 6

                                    

Miniserie HBO in 6 parti, diretta da Paul Haggis e che vede tra gli sceneggiatori quel David Simon di The Wire, Show me a Hero racconta una storia vera, quella di una città americana, Yonkers.
Ambientato tra il 1987 ed il 1993, narra principalmente la storia di Nick Wasiscko, diventato il più giovane sindaco d'America nel 1987, a soli 28 anni, il quale ha affrontato nel suo mandato il grosso problema della costruzione di case popolari, in quartieri bianchi, destinate ai neri.
Nelle due puntate finali diventa estremamente potente, raccontando un eroe decaduto e la voglia di cambiamento della popolazione nera, speranzosa di poter finalmente scappare dai ghetti, nei quali per anni sono stati segregati, e vivere finalmente in abitazioni degne di questo nome. 
Show me a hero raccontata uno spaccato di storia americana ancora attuale (e d'altronde la questione di Yonkers si è chiusa solo nel 2007), una storia che sulla carta potrebbe risultare noiosa ma che è, invece, potentissima.
Ed ho capito che a Yonkers son tutti di origine italiana.

Voto: 9+ 


All'uscita del trailer non ero così convinta di Narcos, mi ispirava poco e pensavo che lo avrei abbandonato dopo un paio di puntate. 
In definitiva l'ho iniziato perché ad un prodotto Netflix si dà sempre una chance e perché nel cast figura Pedro Pascal (soprannominato dalla sottoscritta "lo strappamutande").
Ed invece è stato amore a prima vista, con una parvenza di binge watching, dai 2 puntate al giorno posso definirle così. 
Il grandissimo pregio di Narcos è l'avere uno stampo documentaristico. Non si è limitato a ricostruire l'ascesa e la caduta di Pablo Escobar, ma intelligentemente ha inserito materiale storico permettendo di approfondire la Storia colombiana. 
Tutto gira perfettamente, dal voice over mai invadente, al cast ben calato nella parte, all'uso massiccio della doppia lingua (ed anche Netflix finalmente ci è arrivata). 
Non sono nella schiera delle persone che loda i prodotti Netflix sempre e comunque, vedi Sense 8 che trovo un prodotto mediocre o Marco Polo che ha degli evidenti difetti, ma Narcos è, fino ad ora, una delle sue migliori serie. 

Voto: 8+

A questa lista manca True Detective - season 2.
E manca per un chiaro motivo: non sono riuscita a superare la terza puntata, la noia ed il sonno hanno preso il sopravvento. Pizzolato ci hai provato, ma ti è uscita una mezza schifezza. 






domenica 6 settembre 2015

Testament of Youth

HEDAUVILLE  novembre 1915

La luce del sole sulla lunga strada bianca
un nastro ai piedi della collina,
le clematidi di velluto che fanno da cornice
al davanzale della finestra
ancora ti stanno aspettando.
Ancora una volta l'ombroso laghetto
vedrai increspato attorno ai piedi,
e quando l'usignolo canterà nel bosco,
senza saperlo tu potrai incontrare
un altro sconosciuto, mia cara.
E se non sarà tanto invecchiato
come il ragazzo che conoscevi,
meno superbo, e forse più degno,
tu non lasciarlo andare...
(la margherita è più sincera della passiflora!)
e andrà tutto bene.
R.A.L.

Ci ho pensato un mese. 
Ero tentata di scrivere qualcosa su Testament of Youth. 

Mi sono resa conto che non ne sono in grado; la storia è troppo intensa, carica di dolore, di forza e di speranza, perché possa sporcarla con le mie parole. 

Vi dico solo una cosa: fatevi un regalo e leggete il libro di Vera Brittain. Avrete l'onore di conoscere una splendida donna ed una storia autobiografica che vi farà riflettere come pochi libri sanno fare. 

Non fate l'errore di vedere prima il film, sì, carino, ma nulla in confronto alle parole della Brittain. 



domenica 30 agosto 2015

Sons of Anarchy - la lunga corsa verso il finale


Ho recuperato Sons of Anarchy. 
Dopo due mesi ed una manciata di giorni, ieri ho visto le ultime due puntate della serie nata dalla penna di quel sadico bastardo di Kurt Sutter. 

La prima cosa che mi viene da dire è che mi spiace non averla recuperata prima e non aver potuto vivere almeno un paio di stagioni in contemporanea. Il binge watching non mi si addice e mi toglie molte delle emozioni che vivrei con una visione cadenzata settimanalmente e nel corso degli anni. 
Recuperare 92 episodi in poco significa non avere il giusto tempo di affezionarsi ai personaggi, non soffrire per la loro sorte appesa ad un filo perché il prossimo episodio è lì che ti aspetta e lo vedi subito. 
E' una serie che avrebbe potuto farmi piangere parecchio perché il materiale c'era tutto, ma nonostante mi abbia emozionato in più punti nelle varie stagioni, la pelle d'oca ed i lacrimoni mi sono venuti solo in tre occasioni. 

Sons of Anarchy ha 3 grandissimi pregi: 
- il cast
- la colonna sonora 
- una conclusione perfetta. 

Sul finale non ho nulla da dire e mi inchino al genio malato di Sutter (per chi non lo avesse ancora visto, fermatevi qui perché vi spoilero il finale).
Doveva andare così, con una fine che potrebbe apparire molto amara ma che invece è un atto di amore e di libertà. 

Jax salva il suo club dal macigno di uccidere il suo Presidente, salva i suoi bambini da Charming, dai sons, ma principalmente da lui stesso. Riesce finalmente nello scopo che il padre aveva provato a raggiungere, senza successo: evitare che i figli possano diventare dei criminali assassini. 
Non considero quello di Jax un suicidio (di certo lo è nel senso stretto del termine), ma l'ennesima morte provocata da una madre degenere. 
Gemma Teller nella penultima puntata si autoincensa dicendo di non essere stata una buona figlia e moglie ma di essere stata un'ottima madre. Ah Gemma, pazza visionaria, sei stata il cancro della tua famiglia e del club, matriarca possessiva all'inverosimile, hai portato alla distruzione l'unico figlio che ti era rimasto. 
Gemma è uno dei personaggi più controversi. Fino alla terza stagione mi è piaciuta tanto, anche nei suoi estremismi e violenze, a partire dalla quarta stagione è pian piano salito l'odio verso una donna che stava portando alla distruzione l'intero SAMCRO. 

C'è da dire che l'odio che ho provato verso Clay Morrow, però, è insuperabile. Peccato per i colpi finali. Ho avuto l'impressione che la sua storia sia stata tirata inutilmente per le lunghe. 
Per carità, avere Ron Perlman in giro per un'altra stagione non poteva che essere positivo, ma avrei preferito una conclusione più celere. In definitiva, la sua morte è arrivata in un momento in cui di lui ormai mi fregava poco e nulla. 

Chi ho amato dalla prima all'ultima puntata, senza mai ripensamenti, è Tara. 
Una donna forte, sicura di sé, capace di non farsi intimidire né dal marito, che comunque ha sempre amato, anche nei momenti peggiori, né da quella sciagurata di suocera che ha tentato di mettere i bastoni tra le ruote in tutti i modi. 
Sapeva perfettamente che avrebbe fatto una brutta fine, ma doveva tentare, doveva cercare di salvare i suoi figli da un mondo marcio e malato. 
Alla fine ci è riuscita.

Io starei qui a parlare per ore, 7 stagioni sono un'infinità e di personaggi ce ne sono stati a milioni (così come le morti), potrei parlare di Tig, il mio preferito dei SAMCRO per cui sono stata in pena quelle 4 stagioni ed invece, per una volta, avevo puntato sul cavallo vincente, è arrivato VIVO E VEGETO ALLA FINE. 
Potrei parlare di quante volte abbia dovuto chiudere gli occhi e ho giurato che non mi lamenterò mai più di Ciccio Martin perché Game of Thrones in confronto è una passeggiata di salute. 
Potrei dilungarmi su un personaggio che mi ha colpito tanto e che trovo sia stata un'ottima aggiunta: Nero Padilla è uno dei pochissimi personaggi che cercano di mantenersi sempre positivi, ha cercato di salvare madre e figlio, non sapendo che il loro destino era segnato e non si poteva fare nulla. 

Concentrandomi sugli attori devo dire che in tutti questi anni ho sempre letto elogi sperticati su Katey Sagal, attrice straordinaria, nulla da dire, ma i due che mi hanno convinto più di tutti sono stati Ron Perlman e Charlie Hunnam. 
Hunnam è cresciuto con il suo personaggio, è maturato come attore e nelle ultime 3 stagioni mi ha stupito tantissimo. E' passato dall'essere un attore discreto ad un attore coi controcazzi, capace di impersonare un uomo lacerato dal dolore, diviso tra la sua famiglia ed i SAMCRO, un assassino spietato dolce con i figli. 

Terza e quarta stagione sono le mie preferite. 
Ho trovato la settima, invece, troppo lunga e confusionaria. Si sarebbe potuto sforbiciare qua e là senza troppi problemi. 

Sons of Anarchy è un'ottima serie non priva, però, di difetti, qualcuno anche di troppo. 
Per citarne uno, la scena finale: inseguimento troppo lungo e surreale, ma fin qui si chiude un occhio senza problemi, che avrebbe potuto concludersi in modo perfetto con il sorriso di Jax ed è invece stato macchiato dalla scena dell'impatto di qualità scadentissima e dall'ultima inquadratura dei corvi. 
Benché apprezzi la simbologia del pane, del vino, del sangue e la chiusura sui corvi riprendendo l'inizio della serie, la realizzazione è mediocre. Un vero peccato, perché sporca gli ultimi minuti finali che avrebbero meritato un 10 per tutto quello che rappresentano. 
O ancora l'inserimento del nuovo sceriffo, messo lì solo per la storiella con Chibs. 

Concludo ricordando la Stahl, uno di quei personaggi che in teoria avrei dovuto odiare perché minaccia concreta per i nostri, ma che ho adorato per il suo essere così borderline. Una stronza vera. 

VOTO ALLA COLONNA SONORA: 10, una delle migliori del panorama televisivo. 
PREMIO SPECIALE A KURT SUTTER per essersi dimostrato l'autore più sadico incontrato fino ad ora. 
VOTO AL CULO DI JAX TELLER: 10 (moltiplicato x10) 
VOTO ALLA SERIE: 9 - 







giovedì 16 luglio 2015

FRemmy awards 2015

Oggi sono state rese note le nomination di quella gran vaccata che sono gli Emmy Awards, noti anche come "vediamo 4 serie in croce e non rompete il cazzo".
Già da questa prima frase avrete capito che nel giro di poche ore ho già finito gli insulti nei confronti di questi tipi fuori dal mondo, roba che nemmeno il culo di Jax Teller in questo momento potrebbe sollevarmi il morale.
No, ok, il culo di Jax Teller è la medicina a tutti i mali del mondo. 

Comunque, dato che sono degli inetti, incapaci, ignoranti (le nomination non ve le linko nemmeno perché hanno delle mancanze VERGOGNOSE, tutto maiuscolo sì, VERGOGNOSE), ho deciso di istituire i FREMMYS, premio conferito da me medesima alle serie migliori dell'anno (tra quelle che ho visto, che chiaramente son di più di quelle viste dai tizi degli emmy). 

MIGLIOR SERIE DRAMA: 
  • The Americans
  • Mad Men
  • The Affair
  • Better call Saul
  • Halt and Catch Fire
  • House of Cards
  • Game of Thrones 
Sono sincera, la miglior serie dell'anno è The Americans. Non ho alcun dubbio.
Ma Mad Men è alla sua ultima stagione, ha avuto un finale perfetto e non posso non darle la vittoria.
Cari russi, sono sicura che non mi deluderete nemmeno il prossimo anno. 

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA IN UN DRAMA: 

  • Keri Russell (The Americans)
  • Ruth Wilson (The Affair)
  • Taraji P. Henson  (Empire) 
  • Robin Wright (House of Cards) 
  • Elizabeth Moss (Mad Men)
  • Julianna Margulies (The Good Wife)
Una Elizabeth incredula, qualcuno la considera!
Keri Russell domina.
Nella terza stagione abbiamo avuto modo di vedere più lati del suo carattere, finalmente avere un qualche tipo di contatto con la figlia (povera, si è cresciuta da sola, praticamente), senza mai perdere di vista la madre patria ed il suo obiettivo principale.
Il finale, con le parole di Reagan in sottofondo, è stato di forte impatto e in una sola scena ha descritto perfettamente un personaggio così complesso.

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA IN UN DRAMA:
  • Matthew Rhys (The Americans)
  • Bob Odenkirk  (Better call Saul)
  • Aiden Young  (Rectify)
  • Jon Hamm   (Mad Men)
  • Kevin Spacey  (House of Cards)
  • Justin Theroux (The Leftovers) 
Un premio?!?! A me?!?!?!
L'unico premio in cui Jon Hamm vince effettivamente qualcosa. Il Leonardo di Caprio delle serie tv, lo strappamutande di cui i giurati hanno tanta paura. 
Li avrei fatti vincere tutti (Rhys, tu sei il mio secondo preferito in assoluto, solo grandi cuori per te), ma Jon Hamm è dio. 

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UN DRAMA:

  • Christine Baranski (The Good Wife)
  • January Jones  (Mad Men)
  • Kerry Bishé (Halt and catch fire)
  • Carrie Coon (The Leftovers)
  • Lena Headey (Game of Thrones)
  • Olivia Williams (Manhattan)
Carrie Coon ha appena capito che qualcuno sa che esiste e non trattiene le lacrime.

Dico solo che reputo Carrie Coon una delle attrici più brave dell'intero panorama televisivo e cinematografico e si merita tutti i premi del mondo (per ora ti tocca solo il mio).

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA IN UN DRAMA:
  • Ben Mendelsohn (Bloodline)
  • Jonathan Banks (Better call saul)
  • John Slattery (Mad Men)
  • Joshua Jackson (The Affair)
  • Stannis the Mannis (ci siamo capiti)
  • Matt Czuchry (The Good Wife) 

Vittoria facile facile.
Ma la nomination a Matt Czuchry era un obbligo, in questa stagione ha finalmente avuto più spazio ed ha dimostrato quello che sapevamo già: è bravo.

Per altre categorie drama, per evitare di stare qui fino a domani, posso dire che lei (Linda Lavin - The Good Wife), si merita il premio come guest actress. 

Passiamo alle comedy

MIGLIOR SERIE COMEDY:
  • Transparent
  • You're the worst
  • Grace & Frankie
  • Unbreakable Kimmy Schmidt
  • The last man on earth
  • Jane the Virgin
Mi rendo conto che qui ci siano delle grandi mancanze. Con Parks and Recreation e Veep ho dei limiti fisici (mi viene il mal di mare, non mi pare il caso di avere la nausea per tutta la durata della puntata), Louie è in lista, prima o poi verrà recuperato. 
E la vittoria va al dramedy che mi ha conquistato

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA IN UNA COMEDY:

Non credo di avere abbastanza nomi. Già è un miracolo che abbia visto tutte queste comedy nell'ultimo anno, dichiaro direttamente il vincitore: 
Caitlin Jenner fatti più in là.
MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA IN UNA COMEDY: 

Come arrivare a 70 anni ed avere uno spirito più giovane di qualsiasi 20enne.
Non posso scegliere una delle due,sarebbe un delitto. O in coppia o nulla. 

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UNA COMEDY: 

Gaby Hoffman (Transparent) 
Ali sta già festeggiando  
MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA IN UNA COMEDY:


Clamoroso ex aequo! Anche qui, non sono in grado di scegliere tra l'adorabile e fuori come un melone Tituss Burgess (Unbreakable Kimmy Schimdt) e il re indiscusso delle telenovele, Rogelio de la Vega (Jaime Camil, Jane the Virgin). 

Ci sarebbero un altro miliardo e mezzo di categorie ma fa caldo ed il pc mi sta facendo fare la sauna.
Dico solo: guardatevi The Jinx.