mercoledì 28 gennaio 2015

L'inaspettata importanza dei period drama ovvero Guida ai film austeniani #5

L'essere una period drama dipendente da quasi un decennio sta iniziando a dare i suoi frutti.
Se ai più Eddie Redmayne ricorda solo I Miserabili e Felicity Jones è considerata un'attrice emergente, per me sono da tempo Angel Clare di Tess of the d'Urbervilles (e solo a ripensarci mi viene una tristezza indescrivibile, che storia strappalacrime! oltre che moderato odio verso i protagonisti) e Catherine Morland di Northanger Abbey.

Essere nel cast di un'opera austeniana è la prova del nove, convincermi significa la mia stima imperitura ed approvazione per gli anni a venire. Arriverà il giorno in cui i cari inglesi capiranno le mie doti nel casting e diventerò la nuova Nina Gold. Non si avranno più scempi come Keira Knightley e Matthew MacFayden. Mi chiederanno scusa per non aver seguito il mio consiglio all'epoca di Emma 2009, quando avrebbero dovuto incatenare Richard Armitage e portarlo sul set per interpretare Mr Knightley, invece di accontentarsi di un avanzo di Mansfield Park (Johnny Lee Miller, sei stato pure bravo, però rimarrai sempre Edmund Bertram).
Vi darò il nuovo Mr Darcy/Matthew Goode che, diciamolo, sarebbe la morte sua, ed una Lizzie che non si lamenti che i vestiti stile impero la facciano sembrare "un marshmallow" (cit.).
*Fine delirio di onnipotenza*
Forse.

Tutto questo per dire che ho amato Felicity Jones sin dai primi minuti di Northanger Abbey ed aspettavo impaziente che anche gli altri si accorgessero della sua bravura. 
Northanger Abbey (2007) è il film tv più riuscito del ciclo Jane Austen della ITV. Non che potesse essere altriment, quando hai come sceneggiatore (Saint) Andrew Davies raramente l'adattamento delude. 

Il libro è uno dei meno conosciuti di zia Jane nonché uno dei più sottovalutati, ingiustamente. 
La protagonista, Catherine Morland, è semplice, non è povera, non è ricca, non ha vissuto grandi tragedie, non ha grandi qualità o spiccate doti, ma ha una fervida immaginazione. Ed il film calca tanto su questo aspetto, rendendolo forse un po' più accattivante. 
Se Felicity ha incarnato una perfetta Catherine, ingenua, sognatrice e avida lettrice di romanzi gotici, degni di nota sono anche J.J. Field nei panni dell'adorabile Mr Tilney e Carey Mulligan che ha saputo rendere ancora più antipatica e civetta l'insopportabile Isabella Thorpe.  

Potrete anche imbattervi nel Cavaliere delle Cipolle, ancora con 10 dita, ma che già sente la mancanza del suo One true King, Stannis the mannis.
Ciò che è più importante è che, nonostante qualche cambiamento, l'adattamento non tradisce lo spirito Austeniano e l'impronta ironica che caratterizza la pagina scritta.

Peccato, però, non aver ritrovato questa frase nel film:

"Chiunque, sia esso gentiluomo o gentildonna, non trae piacere da un buon romanzo, deve essere privo di intelligenza." 

p.s. momento ad alto "esticazzi": sfogliando Northanger Abbey ho finalmente ritrovato il segnalibro che mi accompagna sin da quando è iniziata la mia "carriera" da lettrice e che da anni pensavo aver perso.

giovedì 22 gennaio 2015

British do it better


In un mondo dove gli Americani continuano a sfornare decine di comedy insulse, gli Inglesi si confermano ancora una volta 3 spanne sopra (il blog si chiama un'inglese mancata mica per nulla) e sono in grado di produrre comedy brillanti e non scontate.
Piccola parentesi: sto pensando a tutte quelle serie che ho iniziato e mollato dopo una manciata di episodi, un'ecatombe! The Big Bang Theory, Modern Family per le più famose, Selfie, A to Z, The McCarthys, Garfunkel & Oates, Bad Judge per le più recenti, New Girl quella che è durata un po' di più, ma abbandonata ugualmente. Fine parentesi.

Le comedy inglesi partono già avvantaggiate: numero di puntate ridotto = meno rischio di svaccare ed annoiare. Ventidue episodi sono già un'esagerazione per i drama (tranne The Good Wife, ovviamente, i King, ora come ora, sono gli unici in grado di reggere tanti episodi senza mai perdere in qualità), per le comedy diventa una missione impossibile. Inesorabilmente arrivano le puntate sottotono e che non strappano nemmeno mezza risata.

Non sono qui per parlare delle serie più conosciute, già in tanti le guardano e non direi nulla di nuovo, voglio invece soffermarmi sue 3 comedy che, da quanto ho potuto notare, seguiamo in quattro gatti e che meritano tanto. E fanno ridere (frase che potrebbe sembrare in apparenza stupida ma, visto l'alto numero di comedy che non fanno ridere nemmeno quando si impegnano fortissimo, non è poi così scontata).

UP THE WOMEN 


Jessica Hynes è un volto noto per chi segue Doctor Who. Il suo personaggio e la sua storia nella terza stagione hanno strappato più di qualche lacrima. Scoprire che la sitcom Up the Women non la vede solo protagonista, ma anche al timone in quanto ideatrice e sceneggiatrice, mi ha sorpreso non poco.
Che avranno mai da dire di così divertente un gruppo di aspiranti suffragette del 1910? I tre episodi che compongono la prima serie (è cominciata giusto ieri la seconda) offrono più di qualche scena esilarante e le risate non mancano. Sono tutte così strampalate che risultano immediatamente simpatiche.
Non ho mai trovato qualcuno che lo seguisse e non sono mai riuscita nell'intento di farlo iniziare a qualche povero malcapitato. E dire che son solo 3 puntate da mezz'ora e ci vorrebbe pochissimo per recuperarlo!
Miei prodi, sparuti, lettori, che qualcuno si sacrifichi per la causa e mi tenga contenta, anche solo per dire "ma che minchia consigli?" 

SCROTAL RECALL


Il nome è già tutto un programma. Scoperta per caso sulla homepage di Subsfactory, alla vista di Antonia Thomas non ci ho pensato due volte e l'ho iniziata. Che gran gnocca Antonia!
Caro Babbo Natale, ti scrivo con largo anticipo perché la richiesta è di difficile realizzazione, organizzati e vedi che puoi fare: mi fai diventare come lei?
6 episodi da 20 minuti in cui Dylan, il biondino, deve comunicare alle sue precedenti fiamme che ha la clamidia. Ogni puntata dedicata ad una ragazza diversa, con l'aiuto dei flashback scopriamo la vita dei 3 coinquilini in foto. Inizia ad ingranare e a farsi molto interessante superate le due puntate.
Una comedy intelligente che di banale e scontato ha poco o nulla, non fa solo ridere ma in più punti anche riflettere. Nulla ancora si sa su un eventuale seconda stagione, io sono già sul piede di guerra.


MOONE BOY


Il capolavoro l'ho lasciato per ultimo e no, non sono eccessiva nel definirlo capolavoro.
La serie è irlandese ma wikipedia inserisce anche il Regno Unito come paese d'origine, non è poi così fuori posto in un post che si chiama "British do it better".
Non ringrazierò mai abbastanza Salvatore per avermela fatta scoprire qualche mese fa, è stato amore al primo episodio!
Martin Moone è un ragazzino irlandese dei primi anni 90, vive a Boyle insieme alla sua famiglia ed ha un amico immaginario.
La serie ha tutto: una storia semplice ma efficace, personaggi tutti spassosi, attori eccellenti con menzione speciale per il piccolo protagonista che stupisce in ogni puntata, una soundtrack che gioca sull'effetto nostalgia (in più di un'occasione vi ritroverete a cantare "Alta marea", sì, è la versione inglese ma ci si canta lo stesso la canzone di Venditti).
Moone Boy è una delle migliori comedy che abbia mai visto.
Ultimamente ho letto che vorrebbero fare un remake statunitense, coinvolgendo sempre Chris O'Dowd, protagonista/amico immaginario e co-sceneggiatore della serie. Quando capiranno che i remake sono il male e nella stragrande maggioranza dei casi fanno pietà, sarà sempre troppo tardi.
Cari americani, per una volta, evitate di rovinare una serie perfetta così come è. Guardatevela e non cercate di riprodurla!

domenica 18 gennaio 2015

Colmare le lacune: Breaking Bad


Credo che il viola mi perseguiterà per molto tempo ed ogni volta che vedrò qualsiasi oggetto di questo colore penserò a Marie Schrader

Quanto ci si sono impegnati nel disseminare il viola in casa di Hank e Marie nel corso di 5 stagioni? Un lavoro fine: anche il vestito da sposa, in una fotografia che si vede bene nelle ultime puntate, tende al lilla. Per non parlare di pigiami, vestaglie, valigie, bollitori, occhiali, tappeti (IL TAPPETO CHE ORRORE! infesterà i miei incubi per anni), lenzuola, tende, vasi, TUTTO. 



Dopo anni ho finalmente recuperato Breaking Bad e dovevano costringermi anni fa a seguirlo. Perché nessuno lo ha fatto? Se non lo avete ancora visto, correte a recuperarlo, non continuate nella lettura perché sarà uno spoiler continuo. 
E perché si continua a dire che George R.R. Martin è un sadico carnefice quando Vince Gilligan ha fatto molto peggio? 


In questo anno e mezzo ho sempre letto lodi sperticate su una particolare puntata, "Ozymandias". Non sapevo sarebbe stata la puntata in cui avrei smadonnato per la morte del mio personaggio preferito. 
Sì, Hank lo è stato sin dall'inizio ed è l'unico che ho sempre ammirato, dalla prima puntata all'ultima. Ho temuto in più di un'occasione per la sua vita - nella terza stagione, la puntata dell'attentato mi ha fatto salire l'ansia a mille - e devo anche ringraziare se è riuscito ad arrivare così avanti. Il confronto con Walter è una delle più belle cose dell'intera serie. 
Dean Norris che mai ha vinto nulla per la parte è qualcosa di scandaloso. Ma poi, caro, perché sei andato a fare quella cagata di Under the Dome? Perché? 

Walter White l'ho capito, compatito, ho provato pena per lui, poi l'ho odiato, l'ho odiato ancora di più, l'ho odiato talmente tanto che speravo morisse nel peggiore dei modi. Dall'uomo calmo e pacato al delirio di onnipotenza. Ha ammazzato talmente tanta gente che Walder Frey in confronto è un agnellino. Però non ha ammazzato Skyler, l'unica che avrei voluto facesse fuori. Questo me lo fa odiare ancora di più. 

Skyler = pesantezza. Una delle poche donne che, nonostante le difficoltà che affronta e il dolore che prova, non riesci a compatirla. Che donna pesaaante! 
E adesso lo posso dire: attrice assolutamente sopravvalutata, i due Emmy gliel'hanno regalati. Di un cast superbo lei è l'unica che ho sempre trovato un gradino sotto. Brava ma non abbastanza, aiutata da un personaggio scritto magnificamente e da una sceneggiatura superba. Anna Gunn è l'unico no dell'intera serie. 

Jesse è il protagonista di uno dei miei episodi preferiti, quello che mi ha fatto innamorare della serie, "Peekaboo". Povero, piccolo Jesse, manipolato costantemente da Mr White, una persona che rimane buona nonostante tutto quello che ha passato, fragile e delicata. Alcune volte l'avrei mandato a quel paese, ma come si fa ad odiare Pinkman? 


Dopo Hank c'è Mike tra i miei preferiti. Anche qui devo ringraziare Walter per avermelo fatto fuori.  
Non c'è stato un momento in cui Mike non sia stato fantastico, in più l'essere protettivo nei confronti di Jesse gli ha fatto guadagnare quel miliardo di punti. 

Troppe volte leggo che Breaking Bad è lento. Tocca andare a rivedere la definizione di lento perché io l'ho trovato esattamente il contrario: trama che procede spedita, adrenalina, ansiaansiaansia, colpi di scena come se piovesse.
Diciamo che se Breaking Bad è lento, bisogna trovare nuove parole che possano descrivere Mad Men, Rectify e The Fall (e li adoro tutti e 3). 

Potrei andare avanti per ore, verrebbe fuori un papiro di dimensioni sconsiderate pieno di complimenti. Però Gustave Fring lo devo nominare, uno di quei cattivi che son scritti e recitati talmente bene che quando muoiono ti mancano pure. 
Ora si aspetta lo spin off sull'avvocato più sgangherato di sempre, Saul Goodman, che personaggione! 


giovedì 15 gennaio 2015

Nina Dobrev AKA La Scomposta



Benedetta ragazza, sei bella e magra, perché in ogni santissima foto devi stare sempre tutta scomposta per apparire più magra?
E inoltre, un rossetto che non sia nude non lo conosciamo?
(L'Elie Saab rosa è sempre bellissimo).

Fonte foto: http://www.redcarpet-fashionawards.com/

giovedì 8 gennaio 2015

Golden Globes 2015: critica preventiva

E' verità universalmente riconosciuta che, dopo qualsiasi premio, io mi lamento tanto, veramente tanto. Forse troppo. C'è da dire che non raggiungerò mai i livelli di qualche anno fa in cui Homeland portava tutto a casa e io mi incazzavo come una bestia.
Visto che i Golden Globes sono alle porte, ho pensato ad una critica preventiva. Mi sfogo ora sui vari ipotetici vincitori per poi contenermi lunedì 12, in modo tale che possa poi riversare la mia attenzione sui vestiti.
Sì, ok, mi incazzerò lo stesso ma i motivi almeno li saprete già.
Quindi partiamo!

MIGLIOR DRAMA: 

  1. The Affair
  2. Game of Thrones
  3. The Good Wife
  4. Downton Abbey 
  5. House of Cards

E' il primo anno in cui seguo tutte e 5 le nominate e devo dire che mi sento pervasa da un certo delirio di onnipotenza. 
Il vincitore può essere SOLO uno: The Good Wife. E' la cosa migliore che possa esserci in tv, le altre, per quanto eccellenti, non possono competere. 

The Affair mi è piaciuto tantissimo ma perde nel confronto, così come Game of Thrones
Downton Abbey è una delle serie che mi stanno più a cuore, ha uno dei migliori ensemble e una fotografia superba ma la storia non è in grado di competere con quella meraviglia della brava moglie. 
House of Cards ha avuto una seconda stagione un po' sottotono rispetto alla prima, bellissima sì, ma non abbastanza. 

E' ora che The Good Wife vinca questo benedetto miglior drama, se lo meritano i King, se lo meritano tutti. E ricordiamo sempre che si smazzano per 22 puntate e rasentano sempre la perfezione. 

MIGLIOR ATTORE DRAMA
  1. Clive Owen - The Knick 
  2. Liev Schreiber - Ray Donovan
  3. Kevin Spacey - House of Cards
  4. James Spader - The Blacklist
  5. Dominic West - The Affar
Probabilmente è la categoria per la quale mi lamenterò di meno perché posso valutare solo 2 attori su 5. 
E tra questi due attori, Kevin Spacey vince a mani basse. House of Cards si fonda sull'immensa bravura dei suoi protagonisti, ed anche quando la storia potrebbe risultare noiosa, si è affascinanti da quei mostri (in tutti i sensi) dei coniugi Underwood. 
Però intanto posso commentare i risultati dei People's Choice Award con un citazione di Frank "Democracy is so overrated". 


MIGLIORE ATTRICE DRAMA
  1. Claire Danes - Homeland
  2. Julianna Margulies - The Good Wife 
  3. Ruth Wilson - The Affair
  4. Robin Wright - House of Cards 
  5. Viola Davis - How to get away with murder   
Ruth Wilson è la mia prima scelta, a patto, però, che The Good Wife vinca come miglior drama. 
Julianna Margulies è un mito, è entrata talmente tanto nel personaggio che ormai lei E' Alicia Florrick. 
Robin Wright la considero una bomba, nella seconda stagione di House of Cards è stata a dir poco divina. 
Ci sono solo 2 modi per non tenermi contenta:
Claire Danes E DIREI ANCHE BASTA. 
Non me ne frega niente che sia brava, BASTA premi a Homeland che ha vinto l'impossibile. 
E Viola Davis. 
Parliamone: Viola mi piace tanto, in The Help è stata memorabile, ma la Shondata la penalizza. Perché un attore possa esprimere tutta la sua bravura deve avere una sceneggiatura valida. HTGAWM è tutto tranne che un prodotto valido. Viola mi spiace, ma hai partecipato ad una serie vaccata. 

FILM PER LA TV O MINISERIE
  1. Fargo
  2. The Missing 
  3. The Normal Heart
  4. Olive Kitteridge
  5. True Detective
Vincerà True Detective, finalmente nella categoria giusta, e andrà benissimo lo stesso, ma io tifo spudoratamente per Olive Kitteridge, un vero gioiello che dovete recuperare. 
The Missing ha chiaramente rubato il posto di The Honourable Woman perché è una coproduzione Starz. 
Fargo deve perdere. Già solo a pensarci mi viene in mente la noia delle 5 puntate che ho visto. 

FILM PER LA TV O MINISERIE - MIGLIOR ATTORE
  1. Martin Freeman - Fargo
  2. Matthew McConaughey - True Detective 
  3. Billy Bob Thornton - Fargo
  4. Mark Ruffalo - The Normal Heart
  5. Woody Harrelson - True Detective 
Non c'è bisogno di dilungarsi. DEVE VINCERE LUI.

FILM PER LA TV O MINISERIE - MIGLIOR ATTRICE 
  1. Maggie Gyllenhaal - The Honourable Woman
  2. Jessica Lange - AHS Freak Show
  3. Frances McDormand - Olive Kitteridge
  4. Frances O'Connor - The Missing
  5. Allison Tolman - Fargo
Prima di tutto rendiamoci conto che in nomination ci sono due poliziotte di Fargo: una che ha vinto l'Oscar con la sua interpretazione del tutto perfetta, l'altra che mi ha fatto salire talmente il nervoso che l'avrei presa a schiaffi a due a due fino a quando non diventano dispari.
Ovviamente tifo Frances, se dovessero vincere le altre 3 mi andrebbe bene ugualmente.
L'importante è che non vinca la Tolman. La Tolman NO.
NO. 


SERIE, FILM PER LA TV O MINISERIE - MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
  1. Matt Bomer - The Normal Heart 
  2. Alan Cumming - The Good Wife
  3. Bill Murray - Olive Kitteridge
  4. Colin Hanks - Fargo
  5. Jon Voight - Ray Donovan
La categoria che non ha senso, quella che comprende la qualunque e anche le comedy.
Eli Gold è il mio supereroe preferito.
Alan Cumming un attore come pochi. 
Bill Murray straordinario, ma il suo ruolo in Olive Kitteridge è veramente risicato e non merita di essere nella cinquina. Se solo avessero preferito Richard Jenkins! 




SERIE, FILM PER LA TV O MINISERIE - MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
  1. Uzo Aduba - Orange is the new black
  2. Allison Janney - Mom
  3. Joanne Froggatt - Downton Abbey
  4. Kathy Bates - AHS Freak Show
  5. Michelle Monaghan - True Detective 
Categoria: fate vincere chi volete tanto non me ne piace nessuna. 

Mancano le comedy e c'è un motivo. La stragrande maggioranza delle nominate non le seguo.
Però spero che Transparent possa vincere tutto quello in cui è nominata perché è una serie come poche ce ne sono in giro e da cui tutte le altre dovrebbero imparare.

Sentitevi liberi di fare il toto-vincitori! 



lunedì 5 gennaio 2015

Dalla Cina con furore (o giù di lì)

Ho finito Marco Polo in 20 comodissimi giorni.
Alla voce "binge watching" non troverete di certo la mia foto.

La politica Netflix di rilasciare tutte le puntate in una sola botta non mi è molto congeniale. Rientro ancora in quella mentalità retrograda che ha bisogno di tempo tra una puntata e l'altra per godersi al meglio la serie ed evitare di non ricordarsi una cippalippa dopo 10 giorni.
Viene spontaneo dire: "ma puoi sempre vederne una a settimana", sì, poi tocca vivere col terrore degli spoiler (perché qualcuno che ha visto tutto e ti spoilera il finale c'è sempre) e col calendario telefilmico che perde di ordine.

Le recensioni ammerigane su Marco Polo sono state spietate: la parola principe è stata NOIA (e anche qui, chi ha recensito ha visto tutta la serie in 10 ore o quasi, direi che la cosa potrebbe incidere parecchio).
Dopo aver letto recensioni così negative e voti così bassi la curiosità è aumentata. Adesso che ho terminato lo posso dire: io non sono d'accordo.
Non è una di quelle serie che possono essere chiamate capolavoro, non rientra tra le imperdibili, ma stroncarla mi pare eccessivo.

Marco Polo conquista principalmente per le ambientazioni e le scenografie. La cura dei dettagli è minuziosa, i paesaggi suggestivi, i palazzi magnifici. Ed è quello che più mi è piaciuto.

La serie permette di immergersi in una cultura lontana e poco raccontata ed è quasi una boccata d'aria in mezzo a serie tutte uguali tra loro.

La storia tutto sommato regge e non ci sono grandi momenti di noia, le battaglie convincono ed il cast è di buon livello. Inizialmente vedere tanti asiatici parlare inglese mi ha disorientato, andando avanti ho capito che altre soluzioni non c'erano. Di certo il dialogo tra il padre, interpretato da un bravissimo (e non avevamo dubbi) Favino e figlio, Lorenzo Richelmy, poteva e doveva tenersi in italiano. Non ha senso che tra di loro parlino inglese.
Lorenzo Richelmy se la cava ma non brilla particolarmente. Ho letto che quando ha fatto il provino l'inglese lo sapeva a stento, onore a lui che in poco tempo è riuscito a sembrare decente (altri non ci riescono nemmeno dopo 10 anni).


Altra critica ricorrente è la presenza di troppi nudi e sesso. Qui la domanda sorge spontanea: siamo sicuri di aver visto la stessa serie? Il nudo non è eccessivo e mai fine a sé stesso. Sarà che dopo The Affair e Game of Thrones mi paiono tutte serie per educandi.

Mi preme ricordare che gli ammerigani hanno lodato ed incensato Outlander, serie di una noia infinita, con storia banale e degna dei peggior harmony e attrice protagonista incapace.
Giusto per dire quanto ormai mi fidi dei recensori d'oltreoceano.

VOTO 7/10
SIGLA 8/10


venerdì 2 gennaio 2015

Il principe azzurro

Questo non vuole essere un post sul tanto decantato ed idealizzato principe azzurro, Dio ce ne scampi e liberi da post del genere. 
No, quando parlo di Principe Azzurro io mi riferisco a lui: 


Ho grandi aspettative su Cinderella, in uscita il 12 marzo 2015. E Richard Madden è uno dei tanti motivi che creano hype. In film come questi il cast è fondamentale, tanto la storia quella è e la conosciamo tutti. 
All'annuncio di Cate Blanchett e Helena Bonham Carter qui si pensava che la prima sarebbe stata la fata madrina e la seconda la matrigna, molto banalmente. Il primo colpo di scena, almeno per me, è nell'inversione dei ruoli. Cate la divina nel ruolo della matrigna, l'interpretazione per cui scalpito di più, Helena la fatina un po' sopra le righe.
E che dire di Sophie McShera che finalmente cambia piano e la smette di essere perennemente downstairs? E si ritrova a ruoli invertiti con la Cenerentola Lily James?
Lily James sta vivendo un periodo d'oro, è ovunque! Oltre ad essersi accaparrata un ruolo così importante, nel 2015 sarà in Pride and Prejudice and Zombies, insieme al fidanzato Matt Smith, e nell'adattamento BBC di "Guerra e Pace" che vede alla sceneggiatura quel gran uomo di Andrew Davies. 


Il trailer, rilasciato qualche mese fa, ha il giusto tocco di epicità, sì, anche con quel vestito di Genoveffa giallo evidenziatore. E' un film dai colori vividi e che potrebbero risultare pacchiani, ma ehi, questo lo potrò dire solo quando lo avrò visto tutto. 

Ma parliamo di colui che dà il titolo al post. Siamo tutte d'accordo nel dire che un Principe Azzurro meglio di lui non si poteva scegliere, vero? Però hanno fatto uno sbaglio, un grossissimo sbaglio. 
Si faccia avanti colui/lei che ha deciso di tingere quei meravigliosi capelli rossi in un nero anonimo e fintissimo. Ditemi PERCHE'! Crimine contro l'umanità, non posso non classificarlo che così. Credevano non sarebbe stato abbastanza "Principe" coi capelli ramati? Meglio un tinto che non si nota per nulla?
Ma poi, con un attore così, avrebbero potuto fare qualcosa di realmente innovativo e raccontare la storia dal punto di vista del Principe. Minutaggio a favore di lui, poco spazio lasciato a lei. Devo dirvi tutto. 

In pieno spirito fiabesco, alla mezzanotte del 31 dicembre è stato rilasciato un altro trailer:



e Cate Blanchett è più divina che mai. 
E Kenneth Branagh, che tu possa essere di buono auspicio tanto quanto lo sei stato per Tom Hiddleston.