L'essere una period drama dipendente da quasi un decennio sta iniziando a dare i suoi frutti.
Se ai più Eddie Redmayne ricorda solo I Miserabili e Felicity Jones è considerata un'attrice emergente, per me sono da tempo Angel Clare di Tess of the d'Urbervilles (e solo a ripensarci mi viene una tristezza indescrivibile, che storia strappalacrime! oltre che moderato odio verso i protagonisti) e Catherine Morland di Northanger Abbey.
Essere nel cast di un'opera austeniana è la prova del nove, convincermi significa la mia stima imperitura ed approvazione per gli anni a venire. Arriverà il giorno in cui i cari inglesi capiranno le mie doti nel casting e diventerò la nuova Nina Gold. Non si avranno più scempi come Keira Knightley e Matthew MacFayden. Mi chiederanno scusa per non aver seguito il mio consiglio all'epoca di Emma 2009, quando avrebbero dovuto incatenare Richard Armitage e portarlo sul set per interpretare Mr Knightley, invece di accontentarsi di un avanzo di Mansfield Park (Johnny Lee Miller, sei stato pure bravo, però rimarrai sempre Edmund Bertram).
Vi darò il nuovo Mr Darcy/Matthew Goode che, diciamolo, sarebbe la morte sua, ed una Lizzie che non si lamenti che i vestiti stile impero la facciano sembrare "un marshmallow" (cit.).
*Fine delirio di onnipotenza*
Forse.
Northanger Abbey (2007) è il film tv più riuscito del ciclo Jane Austen della ITV. Non che potesse essere altriment, quando hai come sceneggiatore (Saint) Andrew Davies raramente l'adattamento delude.
Il libro è uno dei meno conosciuti di zia Jane nonché uno dei più sottovalutati, ingiustamente.
La protagonista, Catherine Morland, è semplice, non è povera, non è ricca, non ha vissuto grandi tragedie, non ha grandi qualità o spiccate doti, ma ha una fervida immaginazione. Ed il film calca tanto su questo aspetto, rendendolo forse un po' più accattivante.
Se Felicity ha incarnato una perfetta Catherine, ingenua, sognatrice e avida lettrice di romanzi gotici, degni di nota sono anche J.J. Field nei panni dell'adorabile Mr Tilney e Carey Mulligan che ha saputo rendere ancora più antipatica e civetta l'insopportabile Isabella Thorpe.
Potrete anche imbattervi nel Cavaliere delle Cipolle, ancora con 10 dita, ma che già sente la mancanza del suo One true King, Stannis the mannis.
Ciò che è più importante è che, nonostante qualche cambiamento, l'adattamento non tradisce lo spirito Austeniano e l'impronta ironica che caratterizza la pagina scritta.
"Chiunque, sia esso gentiluomo o gentildonna, non trae piacere da un buon romanzo, deve essere privo di intelligenza."
p.s. momento ad alto "esticazzi": sfogliando Northanger Abbey ho finalmente ritrovato il segnalibro che mi accompagna sin da quando è iniziata la mia "carriera" da lettrice e che da anni pensavo aver perso.